venerdì 30 maggio 2008

Cristianesimo e Neoplatonismo

“Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato della stessa sostanza del Padre per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo”.
L’Atto di fede, il vero Credo, stabilisce la sostanza del Figlio tramite il concetto della sostanza medesima.
Cristo si trova, assieme allo Spirito Santo, compartecipe della Divinità di Dio Padre, ed allo stesso tempo, gli ultimi due, sono generati da Dio stesso.
Uno, intelletto, Anima sono le tre ennadi, i primi principi Neoplatonici che possono venire comparati ed associati al Dio, uno e trino, Cristiano.
L’Uno genera, non per volontà ma per emanazione, per sua natura, impossibile per lui non generare; in esso nessuna volontà di creare, nessun atto d’amore, tanto caro al Cristianesimo e necessario per la fede, in quanto l’uomo si troverebbe solo e disperato senza l’ immenso amore che proviene da Dio.
L’Uno neoplatonico non si cura delle sue creature, egli emana senza fare altro; Esso sta aldisopra, completamente immobile, “inconoscibile”, è la processione che fa sì che venga effettivamente creato il tutto, dall’immensa pienezza dell’uno, e di ciò se ne occupa la seconda ipostasi, l’intelligenza, o Nus.
Infine la conversione: tutte le creature, irradiate dalla luce del Primo principio, tendono a riunirsi ad esso, a essere nuovamente un tutt’uno annullando il molteplice.
È l’Anima, la terza ipostasi che cerca di illuminare le singole anime e farle volgere all’ Uno; altrimenti, sarebbero paghe della loro fisicità, a causa di una colpa, tanto cara a Plotino, ovvero l’ essere dimentiche della propria appartenenza al divino.
Il mondo è gerarchico per i Neoplatonici, ognuno ha una propria posizione che deve mantenere, per necessità, in base alla divinità che è presente in esso. Non ricevono direttamente la luce dal Primo principio, ma la possono vedere esclusivamente dalle enadi che seguono ad esso, ed ecco che l’uomo volgendo lo sguardo all’Anima può avvicinarsi ad una parte del divino, l’Anima essendo irradiata dal Nus si illumina di esso e l’Intelletto partecipa direttamente dell’ Uno.
L’Uno è “solamente” e semplicemente esso stesso, forse un Non-essere seguendo la dottrina di Damascio, ma comunque è sopra a tutto e tutto deve a lui la sua esistenza.
Possono le tre ipostasi Neoplatoniche sovrapporsi a quelle cristiane?
Può il Padre essere associato al primo principio Uno, il Figlio essere associato al Nus e infine lo Spirito Santo all’Anima?
È arduo trovare una risposta sufficiente o comunque che possa soddisfare la mente umana, ricordandoci sempre le parole di S.Paolo che la stoltezza di Dio è superiore all’intelligenza degli uomini (Prima Lettera ai Corinzi, 25).
Possiamo però pensare alle monadi divine, le quali sono unite nelle loro distinzioni e divise nella loro unità.
Esse sono presenti nel formare una divinità più alta, ma comunque ognuna gioca un ruolo fondamentale per la dottrina cristiana.
Come vuole il Credo, Dio primo principio, crea e non genera il mondo, ma genera suo figlio che salva l’umanità e, lo Spirito Santo è necessario per fare in modo che Cristo, sia “incarnato nel seno della vergine Maria”
Ed eccole infine tutte e tre le Ipostasi Neoplatoniche e cristiane, con i loro ruoli gerarchici stabiliti e quello che a noi è lecito fare, ovvero glorificarle: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato”.
È il concilio di Nicea avvenuto nel 321, primo concilio della storia, a risolvere il problema della divinità di Cristo: Egli è fatto della stessa sostanza del padre, Egli è divino, è colui che illumina l’umanità, in quanto apre gli occhi agli uomini ed essi possono vedere quanto Dio li ama, tanto da sacrificare suo figlio, generato da Se medesimo, per salvarli. Dio ama e partecipa alla vita degli uomini soffrendo, Dio non è più, per i Cristiani supersensibile e superinconoscibile, non è più solo bene ma è Bontà e questo, probabilmente è l’elemento che realmente distingue il Neoplatonismo dal Cristianesimo.

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